Puglia: dalle sperimentazioni al Panico fino al centro Ne.Mo. focus sulle malattie neurodegenerative

di Vincenzo Rutigliano Sono quasi 700 i casi di malattie neurodegenerative esaminati, ogni anno, nel Centro per le malattie neurodegenerative e l’invecchiamento cerebrale dell’Università di Bari, attivo presso l’ospedale ” Panico” di Tricase, in provincia di Lecce, una fondazione religiosa convenzionata con la Regione.

Data:
2 Novembre 2023

Puglia: dalle sperimentazioni al Panico fino al centro Ne.Mo. focus sulle malattie neurodegenerative

di Vincenzo Rutigliano

Sono quasi 700 i casi di malattie neurodegenerative esaminati, ogni anno, nel Centro per le malattie neurodegenerative e l’invecchiamento cerebrale dell’Università di Bari, attivo presso l’ospedale ” Panico” di Tricase, in provincia di Lecce, una fondazione religiosa convenzionata con la Regione. Grazie alla diagnosi precoce svolta nel centro – istituito nel 2010 e riconosciuto dalla regione nel 2015 come polo di eccellenza di riferimento pugliese – vengono individuati 30-40 nuovi casi di Sla ogni anno, seguiti poi periodicamente. Nella struttura si fa anche sperimentazione dei nuovi farmaci perché è la sola a fare clinical trial riconosciuta a livello internazionale, tanto da aver contribuito, nel 2021, al primo farmaco per la cura dell’Alzheimer, atteso da 20 anni, l’Aducanumab. Ed è impegnata nel Tecnopolo Puglia, centro per la nanotecnologia applicata alla medicina di precisione.

“Un nuovo farmaco – spiega Giancarlo Logroscino, ordinario di Neurologia all’università degli Studi di Bari e direttore del Centro – costa in media 5 miliardi di dollari dalla sperimentazione all’arrivo sul mercato. E’ un investimento che si sviluppa in un arco di 10-15 anni e far parte della rete di sperimentazione del farmaco è non solo impegnativo, ma anche la conferma che ci vengono riconosciute qualità ed affidabilità scientifica”. Per la cura della Sla e delle altre malattie in questi anni al Panico hanno elaborato un percorso diagnostico terapeutico avanzato (Ptda) e “supportiamo i pazienti nel loro domicilio, con l’intervento di medici specialisti e infermieri. Dal 2010 in poi abbiamo trattato così quasi 800 ammalati”, dice Logroscino che, rientrato 10 anni fa in Puglia dagli Usa dove ha lavorato alla Columbia University e ad Harvard, è ai primi posti nella classifica dei ricercatori altamente citati nel campo del ‘Cross-Field’ di Clarivate.

In queste settimane poi, per la cura delle malattie neuro-motorie, la Regione ha deciso l’istituzione di un centro Ne.Mo. (Neuro Muscolar Omnicenter), al Policlinico di Bari. Si tratta di reparti con, di solito, 15-20 degenti, assistiti da equipe selezionate ed esperte, reparti legati ad una visione che ha al centro l’ospedale. Nel caso della Puglia – dove ci sono 120 nuovi casi di Sla ogni anno – si darebbe risposta ad un fabbisogno di malati in fase avanzata che però è pari, in media, a 450-470 casi, i 2/3 dei 700 malati oggi esistenti in Puglia. E dunque il trattamento nei reparti Ne.Mo. – quando sorgeranno, uno o tre come qualcuno chiede da ultimo – non può che essere complementare, pur nella sua assoluta utilità, a quello in sede domiciliare, che rimane la risposta principale e da potenziare.

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Ultimo aggiornamento

2 Novembre 2023, 21:37

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